G.L. NICOLOSI. C. BURELLI, V. DALL’AGLIO, S. TARGA: D. ZANUTTINI
Servizio di Cardiologia, Ospedale Civile, Pordenone, Italia Istituto Ricerche Biomediche: Pordenone, Italia
Estratto da: Atti del Congresso Internazionale di Ecocardiografia Roma. 18-20 aprile 1980
L’analisi ecocardiografica computerizzata consente di identificare anormalità nella funzione diastolica o sistolica del ventricolo sinistro (VS) in
differenti condizioni patologiche [1,2].
Scopo del presente lavoro è Io studio della funzione del VS, utilizzando tali metodiche, in un gruppo selezionato di pazienti con miocardiopatia
congestizia, nei quali non era stato possibile identificare alcuna causa eziologica precisa.
 FIG. 1. — Caratteristiche della casistica in relazione
al numero, sesso, età, peso, altezza e superficie corporea dei pazienti. Dall’ottobre 1978 al marzo 1980 sono stati studiati
mediante ecocardiografia M-mode 39 pazienti con miocardiopatia congestizia idiopatica (MCI). La fig. 1 riporta le caratteristiche della casistica.
Sono stati esclusi tutti i casi con malattia coronarica ischemica diagnosticata o sospetta, vizi valvolari, cardiopatie congenite, ipertensione
arteriosa, diabete clinico, quadri elettrocardiografici di infarto miocardico transmurale, malattie sistemiche, malattie acute febbrili precedenti
l’inizio dei sintomi. In 8 casi la diagnosi è stata confermata dall’indagine emodinamica e in 4 casi dal riscontro autoptico. Come gruppo di
controllo sono stati utilizzati 25 soggetti normali (SN) omogenei per età, peso, altezza e superficie corporea. I tracciati ecocardiografici sono
stati ottenuti e analizzati secondo le metodiche già descritte in un precedente lavoro [3]. Per il presente studio sono state effettuate
registrazioni su carta fotografica a velocità di 50, 75 e 100 mm/sec. Sono stati inclusi nella presente ricerca anche i casi oggetto di un precedente
studio [3], ma il rilevamento di tutti i tracciati mediante digitizer Summagraphics è stato eseguito da un diverso osservatore e senza conoscenza dei
battiti allora analizzati.
Ciò ha consentito di ottenere una ulteriore verifica sulla attendibilità dei risultati stessi. Di ogni tracciato ecocardiografico sono stati rilevati
per almeno tre battiti l’elettrocardiogramma, le tarature di tempo e profondità e le curve di movimento del setto interventricolare, nei suoi margini
destro e sinistro, della parete posteriore, nei suoi margini endocardico ed epicardico, del lembo anteriore della valvola mitrale e della parete
posteriore dell’aorta. Le curve sono state elaborate mediante trasformata discreta di Fourier, senza ottimizzazione dei dati, in considerazione della
maggiore ampiezza della casistica. Per evidenziare la significatività statistica si è usato il test di Cochran. La fig. 2 riporta alcuni dei dati
ottenuti dall’analisi computerizzata. Tutti i valori sono stati espressi in cm. Il setto interventricolare è risultato più spesso in diastole nei
pazienti con MCI rispetto ai SN. Lo spessore settale presenta comunque un maggiore incremento sistolico nei SN rispetto ai pazienti con MCI. Tali
dati possono trovare forse una spiegazione nel frequente riscontro di anomalie della cinetica settale nella MCI, in parte condizionate dalla
frequente associata presenza di disturbi della conduzione intraventricolare.
 FIG. 2. — STD = Spessore del setto interventricolare
in diastole; STS = Spessore del setto interventricolare in sistole; PWTD = Spessore della parete posteriore in diastole; PWTS = Spessore della parete
posteriore in sistole; LVDD = Dimensione ventricolare sinistra in diastole; LVDS = Dimensione ventricolare sinistra in sistole; SF = Frazione di
accorciamento della dimensione ventricolare sinistra. (Spessori e dimensioni espressi in cm). Lo spessore della parete posteriore è
risultato invece simile nei due gruppi, sia in diastole che in sistole. Le dimensioni del VS in diastole e sistole sono risultate significativamente
maggiori e la frazione di accorciamento è risultata ridotta nei pazienti con MCI rispetto ai SN. La velocità massima di allungamento diastolico della
dimensione ventricolare, espressa in cm/sec, è risultata significaticamente ridotta nei pazienti con MCI rispetto ai SN (fig. 3). Tale riduzione
suggerisce la possibilità di una relazione con un’alterata compliance ventricolare sinistra. Ciò è in accordo con le valutazioni cruente ottenute da
Gaasch e coll. [4]. La velocità massima di accorciamento sistolico della dimensione ventricolare è pure risultata ridotta nei pazienti con MCI
rispetto ai SN. Tale dato può essere in relazione con l’alterata funzione ventricolare sinistra propria di questa patologia. La velocità massima di
assottigliamento diastolico della parete posteriore e del setto è risultata significativamente minore nei pazienti con MCI rispetto ai SN. Ciò di
nuovo può essere spiegato con alterazioni della compliance ventricolare sinistra nella MCI. La velocità massima di ispessimento sistolico della
parete posteriore e del setto interventricolare è risultata invece significativamente maggiore nei soggetti con MCI rispetto ai SN. Questo dato può
forse suggerire la partecipazione di meccanismi di compenso parietale basati anche sulla legge di Frank Starling. Gaasch [4] ha dimostrato come lo
stress circonferenziale telediastolico parietale sinistro e il picco totale di stress sistolico siano elevati nei pazienti con MCI e come in questo
gruppo di pazienti lo stretch delle fibre miocardiche sia normale. 
FIG. 3. — Picchi massimi di velocità di allungamento diastolico della dimensione ventricolare (Peak dD/dt DIAST), di accorciamento sistolico della
dimensione ventricolare (Peak dD/dt SYST), di assottigliamento diastolico della parete posteriore (Peak dWT/dt DIAST), di ispessimento sistolico della
parete posteriore (Peak dWT/dt SYST), di assottigliamento diastolico del setto (Peak dST/dt DIAST), e di ispessimento sistolico del setto (Peak dST/dt
SYST), espressi in cm/sec. Pertanto se la lunghezza del sarcomero in telediastole può essere normale, questi cuori dilatati possono
ancora funzionare nella branca ascendente della curva lunghezza-tensione e permettere una contrazione più potente. Naturalmente la limitazione ad una
esplorazione settoriale propria della metodica M-mode non consente di conoscere quanto tale fenomeno sia generalizzato nell’ambito del ventricolo o
derivi dallo studio di settori localizzati iperattivi nell’ambito di una contrazione ventricolare non coordinata. Con la selezione severa della
casistica si è cercato di eliminare il più possibile cause di miocardiopatie localizzate. Ciò comunque non consente conclusioni definitive. D’altra
parte il ripetersi del dato in due studi successivi e il parallelismo di comportamento fra setto e parete posteriore suggeriscono l’opportunità di
dare a tale risultato un giusto peso, anche se l’interpretazione rimane difficile.
La fig. 4 riporta i valori relativi all’ampiezza DE mitralica, al picco di velocità EF e DE della mitrale e al picco di velocità di spostamento
posteriore
diastolico e anteriore sistolico della parete posteriore aortica. Non si sono riscontrate differenze significative fra i due gruppi, eccetto che per
il picco di velocità di apertura DE mitralica, che è risultato aumentato nella MCI.
 Fig. 4. — AMPL DE = Ampiezza DE mitralica; PEAK VEL
EF = Picco di velocità EF mitralica; PEAK VEL DE = Picco di velocità DE mitralica; PEAK VEL DIAST = Picco di velocità di spostamento posteriore
diastolico della parete posteriore aortica; PEAK VEL SYST = Picco di velocità di spostamento anteriore sistolico della parete posteriore aortica
(valori espressi in cm per l’ampiezza e cm/see per le velocità). In conclusione l’analisi computerizzata dei parametri
ecocardiografici considerati consente di individuare anomalie nella funzione sistolica e diastolica del VS nei pazienti con MCI. Pur con le
limitazioni determinate dalla tecnica M-mode, lo studio computerizzato evidenzia la notevole quantità di informazioni ottenibili con questa metodica
per una analisi più approfondita delle alterazioni della funzione ventricolare sinistra. BIBLIOGRAFIA
1. GIBSON D.G.: Thè contribùtion of digitized echocardiography to clinical cardiology. In: Echocardiology. Charles T., Lancée (ed.), pagg. 29-35,
Martinus Nijhoff Publishers. The Hague, Boston, London, 1979.
2. UPTON M.T., GIBSON D.G. : The study of left ventricular function from digitized echocardiograms. Progress in Cardiovasc. Dis., 20, 359-384, 1978.
3. NICOLOSI G.L., COPETTI R., BURELLI C., TARGA S., ZANUTTINI D.: Analisi computerizzata del tracciato ecocardiografico M-mode in pazienti con
miocardiopatia dilatativa : risultati preliminari. In : « Stato attuale e progressi della diagnostica ad ultrasuoni », Corallo e Colagrande Ed.,
Novappia Editore, Roma, Maggio 1980, 3° vol., pagg. 29-36.
4. GAASCH W.H., BATTLE W.E., OBOLER A.A., BANAS J.S.Jr., LEVINE H.J.: Left ventricular stress and compliance in man with special reference to
normalized ventricular function curves. Circulation, 45, 746-762, 1972. |